[1]
L’evento è trattato in C. Jones, ‘Conceptual Blind Spot’, Mousse, 1° aprile 2013, < https://www.moussemagazine.it/magazine/caitlin-jones-conceptual-blind-spots-2013/[4] > [accessed 10/07/2022]
[2]
B. Droitcour, ‘The Perils of Post-Internet Art’, Art in America, 29 ottobre 2014, < https://www.artnews.com/art-in-america/features/the-perils-of-post-internet-art-63040/[5] > [accessed 10 July 2022]. Per le interrelazioni tra post-internet ed ecologismo si veda anche E. G. Rossi, Mind the Gap. La vita tra bioarte, arte ecologica e post internet, Milano, Postmedia Books, 2020.
[3]
La paternità del termine non è ascrivibile unicamente a Moore, ma senz’altro è stato colui che più ha contribuito alla applicazione teorica del concetto. Cfr. J. Moore (a cura di), Anthropocene or Capitalocene. Nature, History, and the Crisis of Capitalism, Oakland, PM Press, 2016, p. 5, e J. Moore, Capitalism in the Web of Life. Ecology and the Accumulation of Capital, Londra, Verso, 2015, pp. 176-189.
[4]
J. Moore, ‘Opiates of the Environmentalists? Anthropocene Illusions, Planetary Management & the Capitalocene Alternative’, novembre 2021, < https://jasonwmoore.com/wp-content/uploads/2021/12/Moore-Opiates-of-the-Environmentalists-2021-Abstrakt.pdf[7] > [accessed 10 July 2022]
[5]
Per il contesto storiografico si veda J.R. McNeill, P. Engelke, La grande accelerazione. Una storia ambientale dell’Antropocene dopo il 1945, Torino, Einaudi, 2018; per quanto riguarda le arti contemporanee, oltre alle formule di Donna Haraway – Chthulucene e il suo ‘making kin’ –, di T. J. Demos, e alla New Dark Age di James Bridle, è utile rifarsi a N. Axel, D. Barber, N. Hirsch, A. Vidokle, (a cura di), Accumulation: The Art, Architecture, and Media of Climate Change, Minneapolis, University of Minnesota Press, 2022.
[6]
C. Bonneuil, J. Fressoz, La Terra, la storia e noi. L’Evento Antropocene, Milano, Treccani, 2018.
[7]
N. Bourriaud, Inclusioni. Estetica del Capitalocene, Milano, Postmedia Books, 2020.
[8]
G. Demirkazik, ‘16th Istanbul Biennial’, Artforum, novembre 2019, < https://www.artforum.com/print/reviews/201909/16th-istanbul-biennial-81079[16] > [accessed 10 July 22]. Per quanto riguarda il pacific trash vortex rimando a C. Moore, C. Philips, Plastic Ocean: How a Sea Captain’s Chance Discovery Launched Determined Quest to Save the Oceans, New York, Avery, 2011.
[9]
N. Bourriaud, op. cit., p. 21.
[10]
Estremamente significativo è stato Anthropocene Project (2013-2014), progetto curatoriale del gruppo di attivisti Territorial Agency (John Palmesino e Ann-Sofi Rönnskog) in collaborazione con l’artista Armin Linke e il curatore tedesco Anselm Franke pensato per l’Haus der Kulturen der Welt di Berlino.
[11]
P. Kent, T. Bain, Cryptocurrency Mining For Dummies, New York, John Wiley & Sons, 2020, p. 56.
[12]
Il post è tuttora attivo ed è reperibile al seguente indirizzo: < https://www.reddit.com/r/Wellthatsucks/comments/h7evem/flooded_bitcoin_mining_farm/[19] > [accessed 10 July 22]
[13]
Se l’attività della farm è regolamentata dalle autorità locali viene definita crypto mine.
[14]
Tra le piattaforme che per prime hanno riportato la notizia a livello internazionale si veda N. Maurya, ‘Rumors: Huge Bitcoin Mining Devastated in China due to Floods’, Coingape, 1° luglio 2018 https://coingape.com/bitcoin-mining-centers-devastated-in-sichuan/. L’articolo è stato successivamente aggiornato nell’aprile 2022 con alcune considerazioni sul progressivo declino dello Sichuan come zona mineraria a causa delle sempre più frequenti inondazioni.
[15]
A titolo di esempio si vedano alcuni post su Twitter come < https://twitter.com/JoanieLemercier/status/1480287222830145541[27] >
[17]
Attualmente a causa dei provvedimenti legislativi del governo cinese molti miners si sono trasferiti in altri contesti più favorevoli – alcuni di questi, si pensi agli Stati Uniti e al Canada, hanno già superato il volume di operazioni precedentemente raggiunto dalla Cina.
[18]
Faccio riferimento al Cambridge Center for Alternative Finance e ai dati presenti nel Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index: < https://ccaf.io/cbeci/mining_map[29] > [accessed 10/07/22]
[19]
S. Tully, ‘How much Bitcoin comes from dirty coal? A flooded mine in China just spotlighted the issue’, Fortune, 20 aprile 2021 < https://fortune.com/2021/04/20/bitcoin-mining-coal-china-environment-pollution/[30] > [accessed 10/07/22] La questione è molto complessa dal punto di vista delle responsabilità e delle politiche locali; a titolo informativo si veda anche ‘Sichuan floods blamed as crypto currency mining hashrate dips’, Financial Times, < https://www.ft.com/content/1f2ad808-80f2-11e8-8e67-1e1a0846c475[31] > [accessed 10/07/22]
[20]
J. Bridle, Nuova era oscura, Roma, Nero Editions, 2019, pp. 15-16.
[22]
J. Renn, The Evolution of Knowledge. Rethinking Science for the Anthropocene, Princeton, Princeton University Press, 2020, p. 382. Utile considerare anche I. Emmelheinz, ‘Conditions of Visuality Under the Anthropocene and Images of the Anthropocene to Come’, eflux, marzo 2015, n. 63, < https://www.e-flux.com/journal/63/60882/conditions-of-visuality-under-the-anthropocene-and-images-of-the-anthropocene-to-come/[35] > [accessed 10 July 22]
[23]
J. Crary, 24/7. Il Capitalismo all’assalto del sonno, Einaudi, Torino, 2015, pp. 67-68.
[24]
A. Malm, ‘The Origins of Fossil Capital: From Water to Steam in the British Cotton Industry’, Historical Materialism, 21(1), 2013, pp. 15-20.
[25]
A. Biggs, G. Shankland (a cura di), William Morris. News from Nowhere and Selected Essays and Designs, Penguin Books, Harmondsworth, 1984, p. 298. Si veda E. C. Miller, ‘William Morris, Extraction Capitalism, and the Aesthetics of Surface’, Victorian Studies, vol. 57, n. 3, 2015, pp. 400-402.
[26]
A. Taylor, ‘Inhaling the Forces of Nature: William Morris’s Socialist Biophilia’, The Trumpeter, n. 14, 1997, pp. 207-209.
[27]
F. Lai, ‘Connessioni. Alexander von Humboldt precursore degli studi sull’Antropocene’, América Crítica, 4(2), 2020, pp. 179-180. Cfr. A. Wulf, L’invenzione della natura. Le avventure di Alexander von Humboldt, l’eroe perduto della scienza, LUISS University Press, Roma, 2017. Per quanto riguarda la riflessione di Haraway rimando a D. Haraway, Chthulucene. Sopravvivere a un pianeta infetto, Roma, Nero Editions, 2019.
[28]
C. Weidinger, ‘Picturing Industrial Landscapes. Ecocriticism in Costantin Meunier’s and Maximilien Luce’s Paintings of Belgium’s Black Country’, in M. Coughlin, E. Gephart (a cura di), Ecocriticism and the Anthropocene in Nineteenth-Century Art and Visual Culture, New York, Routledge, 2020, p. 112.
[29]
Si veda < https://www.edwardburtynsky.com/projects/photographs/mines > [accessed 10 July 22]. L’artista canadese ha all’attivo un importante progetto intitolato The Anthropocene Project (2016 – in corso), un complesso corpus di opere dal taglio multidisciplinare che spaziano dalla fotografia tradizionale alla realtà aumentata e alla ricerca scientifica.
[30]
N. Egan, ‘Eliciting Anxiety in the Presence of the Sublime’, in D. Maisel (a cura di), Black Maps: American Landscape and the Apocalyptic Sublime, Göttingen, Steidl, 2013, p. 7.
[31]
E. Horn, The Anthropocene sublime: Justin Guariglia’s Artwork, in J. Reiss (a cura di), Art, Theory and Practice in the Anthropocene, Wilmington, Vernon Press, 2019, p. 4.
[32]
I tentativi di visualizzare il Capitalocene e la simbolica ‘macchina estrattiva’ possono essere riscontrate in varie mostre recenti, anche in Italia, come la rassegna espositiva curata da Marco Scotini presso il Parco di Arte Vivente a Torino. Mostre come La Macchina Estrattiva. Neo-colonialismi e risorse ambientali (2017) o The God-Trick (2018) possono essere intese come restituzioni narrative della complessità del Capitalocene da parte degli artisti. Lungi dall’essere un caso isolato a livello internazionale, l’attività espositiva del PAV – connotata da una forte presenza di artisti internazionali – rispecchia una tendenza contemporanea che cerca di rileggere attivamente le consuetudini rappresentative del Capitalocene al fine di sfuggire da rigide categorie descrittive. Parimenti significative le recenti pubblicazioni di Marco Armiero sul concetto di wasteocene e di tossicità; M. Armiero, Wasteocene. Stories from the Global Dump, Cambridge, Cambridge University Press, 2021.
[33]
S. Mezzadra, B. Neilson, The Politics of Operations. Excavating Contemporary Capitalism, Londra, Duke University Press, 2019, p. 38.
[34]
Assieme all’artista Hito Steyerl, i due curatori hanno fondato il Research Center for Proxy Politics.
[35]
B. Levin, V. Tollmann, ‘Canaries in the Clouds’, in J. Rawlins, E. Pike (a cura di), Extractor, Berriedale, Museum of Old and New Art Editions, 2019, p. 24.
[36]
Il corpus di opere presente in mostra era in preparazione da vari anni: a partire dal 2016 Simon Denny ha cominciato a sviluppare una riflessione a riguardo in occasione della mostra al Museum of Old and New Art (Tasmania, 2019) e presso la Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen di Düsseldorf (2020).
[37]
J. Rawlins, E. Pike, Preface, in J. Rawlins, E. Pike (a cura di), Extractor, p. 4.
[38]
Durante le ricerche per la stesura di questo saggio ho avuto modo di intervistare personalmente l’artista. L’intervista risale al luglio 2022.