Saggi
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Un dispositivo inter- e transmediale al servizio di una nuova coscienza ecologica: Camille de Toledo e Le fleuve qui voulait écrire
Ci sono due Pasolini, sostiene Ascanio Celestini in una recente intervista: quello che è stato ammazzato. Ci sono due Pasolini, sostiene Ascanio Celestini in una recente intervista.
di Giancarlo Felice

Il volume sul quale si concentra questo studio in realtà non è solo un libro, ma un vero e proprio oggetto inter- e transmediale. Infatti, se con l’espressione ʻnarrazione transmedialeʼ si intende «una storia raccontata su diversi media, per la quale ogni singolo testo offre un contributo distinto e importante all’intero complesso narrativo»,[1] allora il volume Le fleuve qui voulait écrire[2] ne rappresenta un esempio. Il testo è il primo prodotto di un progetto di ampio respiro coordinato da Camille de Toledo, scrittore, giurista e attivista francese. Esso si muove attraverso diversi tipi di media: testo scritto, fotografie, disegni e stampe, ma anche, in una prospettiva hors du livre, attraverso le registrazioni audio e video delle Auditions du Parlement de Loire[3] fruibili liberamente[4] su alcuni siti istituzionali partner del progetto. Questa complessità narrativa contribuisce a perfezionare, integrare e arricchire l’esperienza del fruitore grazie all’intersecarsi di molteplici e distinte informazioni. In questo modo il pubblico è chiamato a ricostruire il significato complessivo e complesso dell’opera integrando i diversi media coinvolti. Ogni medium, infatti, veicolando nuove e distinte informazioni, contribuisce allo sviluppo e alla comprensione del mondo narrato.

Tuttavia, il verbo ‘narrare’ e il sostantivo ‘narrazione’ non sembrano i termini più corretti per descrivere questa esperienza artistica, per la quale, in verità, le espressioni fiction o récit fictionnel appaiono poco appropriate. La stessa casa editrice nel presentare il volume lo definisce ʻun ouvrage historiqueʼ, un’opera storica pertanto che, sulla scia delle iniziative lanciate fin dal 1998 dall’International Secretariat for Water (ISW) e dal Solidarity Water Europe (SWE), testimonia la possibilità da parte di un corso d’acqua

[…] de s’exprimer et de défendre ses intérêts à travers un système de représentation inter espèces. Le fleuve qui voulait écrire déploie un récit: celui d’un soulèvement légal terrestre où une commission constituante se voit confier la charge d’accueillir les éléments de la nature (fleuves, lacs, rivières, forêts, vallées, océans…) dans nos enceintes de décision politique.[5]

Nel 2019 Camille de Toledo, in collaborazione con il POLAU (Pôle Art et Urbanisme) di Tours, ha lanciato una sfida: avviare le procedure per la creazione di una nuova ʻinstitution potentielleʼ,[6] il Parlamento di Loira (Parlement de Loire), dove l’uso della preposizione semplice anziché dell’articolata, come sarebbe più consueto, è una scelta densa di significato su cui ritorneremo. Scopo dell’impresa è riflettere, attraverso i dibattiti emersi durante degli incontri organizzati come vere e proprie audizioni parlamentari, sulla possibile attribuzione di personalità giuridica a elementi naturali e sull’attuazione di istituzioni interspecie.

La nostra riflessione partirà quindi dalla descrizione di un movimento che, su scala mondiale, manifesta una presa di coscienza inedita e rivoluzionaria nei confronti dell’epoca storica che stiamo vivendo – l’antropocene –, e delle conseguenze devastanti a cui il nostro pianeta sta andando incontro se non si metterà in atto una vera e propria inversione di tendenza. Si tratta di una massa critica sempre più numerosa, consapevole e desiderosa di affermare i diritti della natura, di riscrivere la società sfumando i confini tra umano e non umano. Una massa sempre più consistente in Francia, della quale fanno parte Camille de Toledo e il progetto di cui è l’anima e l’animatore che sarà descritto nella sua struttura, nei suoi meccanismi e soprattutto nella sua portata e nel suo impatto all’interno del dibattito ecologico attuale.

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